Taormina è un comune italiano di 11.086 abitanti situato nella città metropolitana di Messina, in Sicilia.
È uno dei centri turistici internazionali di maggiore rilievo della regione siciliana, conosciuta per il suo paesaggio naturale, le bellezze marine e i suoi monumenti storici ed è stata un’importante meta del Grand Tour. Taormina è stata una delle principali destinazioni turistiche dal XIX secolo in Europa.
È situata su una collina a 206 m di altezza sul livello del mare, sospesa tra rocce e mare, su un terrazzo del monte Tauro, in uno scenario di bellezze naturali, unico per varietà e contrasti, sulle pendici meridionali dei monti Peloritani della riviera ionica con l’Etna sullo sfondo.
Molte sono le notizie sull’origine di Taormina ma incerte per documentazione e attendibilità.
Diodoro Siculo, nel 14° libro della sua Bibliotheca historica, attesta che i Siculi abitavano la rocca di Taormina, vivendo di agricoltura e di allevamento di bestiame, già prima dello sbarco dei Greci calcidesi nella baia (735 a.C.), dove alle foci del fiume Alcantara, fondarono Naxos (odierna Giardini Naxos), la prima colonia greca in Sicilia. Dionisio di Siracusa, di origine dorica, ed alleato di Sparta nella guerra contro Atene, tollerò per poco tempo la presenza degli Jonici di Calcide Eubea a Naxos, alleati di Atene, e mosse contro di essi. I Calcidesi occuparono un territorio situato a valle del Monte Tauro (Sicilia), in cui vivevano i Siculi insieme ad altri jonici che si erano precedentemente insediati da Naxos.
Ma negli anni della XCVI Olimpiade (396 a.C.) i nassioti in massa, minacciati da Dionisio, tiranno di Siracusa, si trasferirono a Tauromenion, spinti da Imilcone, condottiero dei Cartaginesi, alleato degli Jonici contro i Dorici, dato che il colle era da considerarsi fortificato per natura. Poiché Dionisio voleva riprendersi con violenza il territorio dei Tauromenitani, essi risposero che apparteneva loro di diritto, perché i propri antenati Greci ne avevano già preso possesso prima di loro, scacciando gli abitanti locali.
Afferma Vito Amico, che questa versione sulle origini di Taormina fornita da Diodoro, è contraddetta nel 16° libro, quando sostiene che Andromaco, dopo l’eccidio di Naxos del 403 a.C., radunati i superstiti li convince ad attestarsi nel 358 a.C. sulle pendici del vicino colle “dalla forma di toro“. Il nascente centro abitato prese il nome di Tauromenion, toponimo composto da Toro e dalla forma greca menein, che significa rimanere.
Mentre le notizie fornite da Cluverio concordano con la seconda versione di Diodoro, Strabone narra che Taormina abbia avuto origine dagli Zanclei (messinesi) e dai Nassi. Ciò chiarirebbe in in qualche modo l’affermazione di Plinio, il quale afferma che Taormina in origine si chiamava Naxos.
Secondo la testimonianza di Diodoro Siculo, Taormina, governata saggiamente da Andromaco, progredisce, risplendendo in opulenza e in potenza. Nel 345 a.C. Timoleone da Corinto, sbarca e raggiunge Tauromenium, per chiedere l’appoggio militare al fine di sostenere la libertà dei Siracusani.
Dominio dei Tiranni di Siracusa
Più tardi troviamo Taormina sotto il dominio del tiranno siracusano Agatocle, che ordina l’eccidio di molti uomini illustri della città e manda in esilio lo stesso Timeo, figlio di Andromaco. Anni dopo soggiace a Tindarione e quindi a Gerone, anch’essi tiranni Siracusani.
Epoca romana
Taormina rimane sotto Siracusa fino a quando Roma, nel 212 a.C., non dichiara tutta la Sicilia provincia romana. I suoi abitanti sono considerati alleati dei Romani e Cicerone, nella seconda orazione contro Verre, accenna che la città è una delle tre “Civitates foederatae” e la nomina “Civis Notabilis“. In conseguenza di ciò, non tocca ai suoi abitanti pagare decime o armare navi e marinai in caso di necessità.
Nel corso della guerra servile (134 – 132 a.C.) Tauromenium viene occupata dagli schiavi insorti, che la scelgono come caposaldo sicuro. Stretti d’assedio da Pompilio, resistono a lungo sopportando anche la fame e cedendo soltanto quando uno dei loro capi, Odeon romano Serapione, tradendo i compagni, lascia prendere la roccaforte.
Nel 36 a.C. nel corso della guerra fra Sesto Pompeo ed Ottaviano, le truppe di quest’ultimo sbarcano a Naxos per riprendere la città a Sesto Pompeo che l’aveva in precedenza occupata. Per ripopolare Tauromenium, dopo i danni della guerra subita, ma anche per presidiarla, Ottaviano, divenuto Augusto, nel 21 a.C. invia una colonia di Romani, a lui fedeli, e nel contempo ne espelle gli abitanti a lui contrari.
Tardo impero e caduta dell’impero
Secondo una diffusa leggenda, con l’avvento del Cristianesimo, San Pietro destina a Taormina il vescovo Pancrazio, che già prestava la sua opera di conversione nella regione, il quale costruisce la prima chiesetta sulle pendici orientali della città dedicata ai santi Pietro e Paolo apostoli, determinando di fatto con la nomina, la sede del primo vescovato in Sicilia.
Vescovi “prestantissimi per santità di costumi, zelo e dottrina“, scrive Vito Amico, si succedono fino all’età araba. Poche sono le notizie in questo lasso di tempo, che annovera la caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476, l’invasione dei Goti, la presenza dei Bizantini, la conquista araba.
Certo è che Taormina occupa una posizione strategica importante per la tenuta militare del territorio circostante, per 62 anni è l’ultimo lembo di terra dell’Impero romano d’Oriente insieme a Rometta e più volte resiste agli assalti dei saraceni, fino al 906.
Assedio del 904-906 e dominio musulmano
La notte del Natale del 906, dopo un lungo assedio durato due anni, a causa del tradimento di un mercenario messinese, tale Tommaso Balsamo, Taormina fu presa e rasa completamente al suolo. Con la tipica esagerazione di tutte le cronache medievali, i suoi abitanti maschi sarebbero stati tutti decapitati, e tra loro il vescovo di Taormina, San Procopio, la cui testa sarebbe stata portata su un piatto d’argento al capo delle truppe saracene, l’aghlabide Ibrāhīm II. Di sicuro la strage fu grande, contò tra le vittime anche molte donne e bambini, e fu aggravata dall’indole crudele e dall’instabilità caratteriale di Ibrāhīm II.
Nel 911, però, la componente cristiana della cittadina siciliana riprese il controllo della città, approfittando del traumatico passaggio di potere dell’anno precedente tra la dinastia sunnita aghlabide e quella ismailita sciita dei Fatimidi.
L’Emiro di Palermo, Aḥmad b. al-Qurhub, rimasto fedele alla deposta dinastia aghlabide di Qayrawān, organizzò allora una spedizione per riprendere il controllo di Taormina, inviando nel 913 suo figlio Alī all’assedio della cittadina che, tuttavia, resisté strenuamente, tanto da indurre l’assediante a rinunciare all’impresa.
Nel 919 il nuovo emiro di Palermo, Sālim ibn Rashīd, fedele ai Fatimidi, concedeva una tregua a Taormina e ad altre fortezze della Val Demone. La tregua finì quando Aḥmad ibn al-Ḥasan, nel 962, pose Taormina di nuovo sotto un assedio durato per sette mesi, finito con la sua resa nel 963.
Le ragazze più belle furono portate all’Imam fatimide al-Muʿizz, mentre le altre furono rese schiave. I pochi superstiti fuggirono nelle montagne circostanti. La città fu ricostruita nella parte sud, laddove finiva quella greca-romana rasa al suolo dai saraceni, e, per circa un secolo, visse nella relativa concordia e tolleranza fra musulmani e cristiani. I musulmani l’abbellirono, adornandola di bei giardini e fontane, e la ribattezzarono con il nome di al-Muʿizziyya, dal laqab del quarto Imam fatimide Maʿadd, detto al-Muʿizz li-Dīn Allāh (reg. 953-975).
Assedio del 1078 e dominio normanno-svevo
Della città si impossessa il Gran Conte Ruggero, il quale espugnato Castronovo volge alla conquista della Val Demone, cingendo d’assedio la città, attraverso la costruzione di ben ventidue fortezze in legname: tronchi e rami formano un muro insuperabile; nondimeno i saraceni resistono per molto tempo prima di capitolare nel 1078.
Fin dal 1272 un Giovanni Natoli Barone di Sparta, fu governatore di Taormina.
Quando la sede vescovile venne trasferita nella città, Taormina divenne Città Demaniale, compresa prima nella Diocesi di Troina e poi in quella di Messina.
Seguono le vicende della Sicilia, sotto gli Svevi e poi sotto gli Aragonesi (1282).
Nel 1410 il Parlamento Siciliano, uno dei più antichi d’Europa, svolge a Taormina la sua storica seduta, al Palazzo Corvaja alla presenza della regina Bianca di Navarra, per l’elezione del re di Sicilia, dopo la morte di Martino Idetto il giovane. Nel secolo XVI, Filippo IV di Spagna concede alla città il privilegio di appartenere stabilmente alla Corona.
Assedio del 1675 e dominio francese
Nel 1675, in occasione della Rivolta antispagnola di Messina, Taormina rimase fedele alla Corona di Spagna. Per tale motivo venne assediata dai francesi, alleati di Messina che la espugnarono nel settembre del 1676. Gli Orleans, francesi, non la ritenevano una città importante, tanto che per un certo periodo venne posta sotto la giurisdizione militare della vicina Savoca che poco prima si era arresa ai francesi concludendo con questi una vantaggiosa capitolazione.
Ritorno dei Borbone
Sconfitti i francesi, Taormina ritorna sotto gli spagnoli ed il viceré con gli antichi privilegi. In seguito, con l’occupazione delle truppe napoleoniche di Napoli e del Sud e con il trasferimento della Reggia Borbonica a Palermo, re Ferdinando I di Sicilia volle ringraziare Taormina per la sua antica fedeltà ai Borbone contro i francesi. Il Re, in visita ufficiale nella fedele Taormina, in segno di riconoscimento donò al sindaco dell’epoca, Pancrazio Ciprioti, l’Isola Bella.
I Borbone, resero più facile l’accesso alla città, che, sin dai tempi dei romani, avveniva dall’angusta Consolare Valeria che si inerpicava fra le colline, tagliando il promontorio del Catrabico, realizzando così una strada litoranea che congiungeva facilmente Messina a Catania.
Da parte di molte nazioni europee e di famosi scrittori ed artisti (Goethe, Maupassant, Houel ed altri) si manifestò un interesse verso l’amenità del luogo e verso le sue bellezze archeologiche. Taormina da adesso in poi si svilupperà, divenendo luogo di residenza del turismo elitario, inizialmente proveniente soprattutto dall’Inghilterra come Florence Trevelyan (1852-1907), figlia di Edward Spencer Trevelyan (1805-1854) e di Catherine Ann Forster (1815-1877). Dopo un lunghissimo viaggio e di un ritorno in patria, Trevelyan decise di ritornare e di vivere a Taormina che trasformò radicalmente insieme al suo circondario, sposando poi Salvatore Cacciola, professore di chirurgia all’università di Bologna, sindaco di Taormina per oltre un ventennio tra alterne vicende, nonché dapprima Gran Maestro Massone ed infine illuminato teosofista.
Dal XIX secolo ai giorni nostri
Miss Florence Trevelyan Trevelyan dapprima aiutò i La Floresta ad ampliare gratuitamente il primo albergo di Taormina, l’Hotel Timeo, e in seguito acquistò lo scoglio di S. Stefano, trasformandolo in un paradiso terrestre soprannominato poi Isola Bella durante una discussione tra lei ed il barone tedesco e fotografo omosessuale Wilhelm von Gloeden (1856 – 1931). Comprò 87 lotti di terreno per realizzare tra il 1897 ed il 1898 il Parco che battezzò “Hallington siculo” in onore di Hallington Hall, il piccolo villaggio dove aveva vissuto, a circa due miglia a sud-ovest della città di Louth, nel Lincolnshire. Dopo la sua morte il Parco fu fatto espropriare da Cesare Acrosso, unico nipote maschio di suo marito Salvatore Cacciola, in combutta con “don” Giovanni Colonna duca di Cesarò, al quale venne intestato senza merito il Parco, poiché egli – vigliaccamente – non fu nemmeno tra i firmatari del Regio Decreto Legge 528 del 18 febbraio 1923.
Dall’Inghilterra arrivò il re Edoardo VII nel 1906 e nel 1908, dalla Germania personaggi Porta Messina (1900) come Johann Wolfgang von Goethe, che citò Taormina nel suo Viaggio in Italia (Italienische Reise), il fotografo barone Wilhelm von Gloeden, il pittore Otto Geleng, Friedrich Nietzsche, dal 1882, che qui scrisse Così parlò Zarathustra, Richard Wagner, lo Zar Nicola I, il Kaiser Guglielmo II di Germania col cugino lo Zar Nicola II, la Zarina Aleksandra Fëdorovna Romanova nipote della regina Vittoria in quanto figlia di Alice d’Inghilterra con gli amici, Ignazio Florio e Franca Florio, “la stella d’Italia” come la chiamava il Kaiser ed amica della Trevelyan, Gabriele D’Annunzio, Gustav Klimt, Sigmund Freud, Edmondo De Amicis, il granduca Paolo di Russia, il principe Jusupov Feliks con la principessa Irina, l’arciduca Mihail Pavlopic fratello dello Zar Nicola II e banchieri, magnati, aristocratici di tutto il mondo.
Ben presto Taormina divenne famosa in tutto il mondo, sia per le sue bellezze paesaggistiche, per i suoi panorami, per i suoi colori, per i quadri dell’Etna innevato e fumante che declina sino al mare turchese e che fecero il giro del mondo, ma anche per la sua permissività, per la sua “trasgressione“, per i suoi “dotti cenacoli“, per il “mito d’Arcadia“, per la sua sfrenata “dolce vita“.
Lo scrittore catanese Massimo Simili descrive un periodo in cui non passava giorno che a Taormina non accadesse qualcosa di “folle” grazie ai suoi estrosi e famosi frequentatori. Ciò che era permesso a Taormina creava scandalo persino nella “internazionale” Capri dove, per esempio, l’armiere tedesco Krupp aveva cercato, senza riuscirvi, di ricreare i “cenacoli taorminesi” in cui efebilocali ed ancelle erano al centro delle “scene”. Krupp a Capri fu travolto dallo scandalo e pochi giorni dopo si tolse la vita per la vergogna a Brema.
Sorsero molti alberghi tutti gestiti da famiglie taorminesi. Il paese di pescatori e contadini e di benestanti borghesi si trasformò dunque in una cittadina di commercianti, albergatori, costruttori. Durante la seconda guerra mondiale fu sede del Comando tedesco della Wehrmacht, per cui il 9 luglio del 1943, giorno del patrono San Pancrazio vescovo, Taormina subì due devastanti bombardamenti degli aerei alleati che distrussero parte della zona sud e persino un’ala del famoso albergo San Domenico, in cui era in corso una riunione dell’alto comando tedesco.
Città turistica internazionale
Essendo una città turistica internazionale, molte spie inglesi durante il fascismo si erano ben camuffate e uscirono allo scoperto appena entrarono le truppe alleate. Nel dopoguerra Taormina si ingrandì senza alterare le proprie bellezze naturali, e, sino al 1968 era una città turistica prettamente invernale per un turismo ricco ed individuale, tant’è che i migliori alberghi aprivano ad ottobre e chiudevano a giugno. Era frequentata da scrittori di fama come Roger Peyrefitte, Truman Capote, André Gide, D.H. Lawrence, Salvatore Quasimodo, Tennessee Williams, la russa Anna Achmatova, da nobili,
La costa di Taormina come Giuliana d’Olanda, dai reali di Svezia e di Danimarca, dal Presidente della Finlandia Urho Kekkonen, da personaggi illustri e famosi come Soraya, Ava Gardner, Romy Schneider, che fecero amicizia anche con alcuni affascinanti playboy del luogo, nonché Liz Taylor, Richard Burton, Dino Grandi, Willy Brandt, Greta Garbo, che svernavano per mesi negli alberghi taorminesi trascorrendo le giornate, ma soprattutto le notti, nei tipici locali notturni dell’epoca e continuando, così, quella dolce vita iniziata con la Belle Époque.
Centro d’incontro per tutti era il Caffè Concerto “Mocambo” dell’estroso play boy Robertino Fichera. Robertino, con i suoi stravaganti amici , commissiona un murale nel salone del suo famoso Caffè, affinché rimanessero “immortali”, seduti accanto a Sigmund Freud e Albert Einstein, i veri protagonisti del grande teatrino taorminese, fra i quali,in prima fila,i famosi Chico Scimone e Dino Papale, quella umanità “viva”, composta da playboy, artisti e “pazzi“, che “creava” ogni giorno la “dolce vita” taorminese. “Che la festa inizi” è il titolo del murale. Ma la festa stava per finire, ed anche la vita terrena di Robertino.
La spersonalizzazione di Taormina
Nel 1968, il terremoto del Belice portò un’ondata di paura per le ripercussioni che avrebbe potuto avere sul turismo. Alcuni operatori turistici frettolosamente si indirizzarono verso il turismo di massa, aprendo relazioni commerciali con i maggiori tour operator europei. Fu così che Taormina cambiò pelle. Gli alberghi “vendevano” le camere a contratto annuale ai grandi tour operator del turismo di massa rinunciando al turismo classico individuale, che sino allora aveva reso ricca e famosa la cittadina.
Col turismo di massa si espanse nelle adiacenti zone verdi, fu rapidamente e disordinatamente cementificata, nacquero nuovi alberghi e tante nuove attività commerciali. Dato che i taorminesi non volevano dedicarsi ai lavori più umili, vi fu una migrazione dall’arretrato entroterra siciliano che spesso si improvvisarono anche albergatori, ristoratori e commercianti. Taormina divenne, in breve tempo, una cittadina balneare per un turismo di massa dai servizi meno elitari che un tempo.
Gli alberghi ora chiudevano a novembre per riaprire a Pasqua. Fu il crollo per quasi tutte le famiglie di antichi albergatori taorminesi che non riuscirono ad adeguarsi ai nuovi tempi ed in pochi anni persero i propri alberghi vendendoli a società forestiere che miravano più ai bilanci che alla qualità dei servizi.
Fu la fine anche della dolce vita taorminese, i cui protagonisti erano stati tanti estroversi personaggi della aristocrazia siciliana e alcuni affascinanti playboy locali che, fra le dolcezze della natura taorminese, intrattenevano turiste famose e non, inducendole a ritornare annualmente più volte a Taormina, proprio come avveniva agli albori del secolo con Geleng e Von Gloeden.
Taormina veniva, quindi, “spersonalizzata“, perdeva la propria “identità” di città di artisti e di “pazzi” in cui ognuno poteva vivere come non poteva nella propria città e Taormina rischiava di morire a causa del “provincialismo” dei tanti immigrati che vi erano giunti per cercar fortuna, e che, avendola trovata ed essendosi anche arricchiti, avevano ben presto occupato i posti di potere, snaturando così la città che perdeva la sua identità e veniva invasa dal cemento, come tante altre famose città turistiche e ciò anche a causa del turismo “mordi e fuggi” prediletto da una categoria di audaci mercanti.
Una timida rinascita “elitaria”
Si perdeva soprattutto l’identità del taorminese ospitale e colto, anche perché il centro storico veniva svuotato in quanto molti taorminesi svendevano le loro vecchie case ed al loro posto sorgevano tante seconde e terze case per villeggianti della provincia, sin quando, all’inizio del III millennio, alcuni imprenditori non hanno iniziato a creare nuovamente alberghi di gran lusso, maisons de charme, che, aperti tutto l’anno, hanno in poco tempo fatto sì che Taormina sia nuovamente una città turistica di fama internazionale, elegante, con un salotto buono (il Corso Umberto I) in cui sono presenti splendidi negozi con le maggiori griffe mondiali ed in cui, grazie anche ai tanti prestigiosi eventi culturali, una per tutte Taormina Arte, vi è una stagione turistica che dura tutto l’anno con delle punte massime in agosto e minime a gennaio-febbraio e che accoglie sia clientela di lusso, sia un turismo di massa (d’estate) medio-alto.
Monumenti e luoghi d’interesse
Luoghi di culto
- Duomo di San Nicola, XII secolo
- Chiesa di San Giorgio, luogo di culto anglicano
- Cappella della Madonna delle Grazie, 1850
Chiese Intra moenia:
- Chiesa di Sant’Antonio Abate, 1330
- Chiesa di San Michele Arcangelo, 1600c.
- Chiesa della Visitazione o Varò, XVIII – XIX secolo
- Chiesa di San Giuseppe, fine XVII secolo
- Chiesa di Santa Maria del Piliere, 1530c.
- Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, 1610
- Chiesa di San Pancrazio, VI – IX secolo
- Chiesa di Santa Domenica, XVII secolo
- Chiesa di San Giovanni dei Cavalieri di Malta, 1533Chiese Extra moenia
- Chiesa di San Pietro e Paolo, XVIII secolo, ricostruzione di tempio bizantino
- Chiesa di Santa Maria della Rocca, 1640c.
Altre chiese
- Chiesa di Santa Maria di Gesù e convento dell’Ordine dei frati minori osservanti di San Francesco, 1221.
- Chiesa di Sant’Agata e convento dell’Ordine dei predicatori di San Domenico, 1374. Odierne strutture ricettive note semplicemente con l’appellativo di San Domenico.
- Chiesa di Sant’Agostino e convento dell’Ordine degli eremitani, 1486. Odierne strutture sedi della biblioteca civica e archivi storici.
- Chiesa di Sant’Antonio di Padova e convento dell’Ordine dei frati minori cappuccini (originariamente chiesa di Santa Caterina d’Alessandria «extra moenia»), 1559.
- Chiesa di Santa Maria del Soccorso e convento dell’Ordine dei frati minori conventuali di San Francesco d’Assisi, 1572. Adiacenti alla chiesa di San Pancrazio.
- Chiesa dell’Assunzione della Beata Maria Vergine e convento dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, 1617.
- Chiesa di Santa Maria della Concezione sotto il titolo di Nostra Signora dei Greci e convento dell’Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo, 1622.
- Chiesa di Santa Maria di Valverde e monastero delle Suore Penitenziali Canonichesse dei Canonici regolari di Sant’Agostino della «Congregazione di Valverde», 1275. Chiesa demolita nel 1960, monastero adibito a caserma dei Carabinieri.
- Attività e strutture della Compagnia di Gesù documentate dal 1650 al 1658.
Siti archeologici
- Teatro antico di Taormina
- Domus San Pancrazio, I secolo a.C.
- Le Naumachie, I secolo a.C.
- Odeon, I secolo a.C.
- Castello di Monte Tauro, X secolo d.C.
- Teatro Greco-Romano
- Piazza della Cattedrale
Altri monumenti e luoghi di interesse
- Palazzo Corvaja
- Palazzo Duchi di Santo Stefano
- Casa Cipolla ( raro e pregevole esempio di rinascimento siciliano )
- La Villa Comunale
- Casa Cuseni (uno dei più importanti esempi di Arts and Crafts fuori dal Regno Unito).
- Isola Bella
- Stazione ferroviaria Taormina-Giardini
- Badia vecchia
- Chiesa di Sant’Agostino sede della biblioteca comunale
- La Villa Trevelyan Cacciola (ora giardini pubblici)
Eventi
Il Teatro greco di Taormina è il principale palcoscenico dei grandi eventi della città.
Numerose sono le manifestazioni e gli eventi che ogni anno, soprattutto nella stagione estiva, hanno sede a Taormina.
Dal 1983, gli eventi più significativi sono realizzati nell’ambito di Taormina Arte, l’istituzione culturale che cura l’organizzazione della rassegna di musica, teatro e danza. Nella programmazione rientra anche il Taormina Film Fest, il festival del Cinema di Taormina, erede della Rassegna Cinematografica di Messina e Taormina, nata nel 1960, che per un ventennio ospitò il David di Donatello. Nell’ambito del Festival del Cinema sono consegnati, al Teatro antico, i Nastri d’Argento, premi conferiti dai giornalisti cinematografici. Dal 2005, Taormina Arte, organizza, ad ottobre, il Giuseppe Sinopoli Festival, rassegna dedicata al grande direttore d’orchestra, scomparso nel 2001, per anni direttore artistico di Taormina Arte. Nell’ambito di Taormina Arte, a metà giugno, ogni anno al Teatro Greco, si svolge la premiazione del Premio Internazionale di Giornalismo Taormina Media Award W.Goethe.